Sara Menetti, l’urban sketcher cattura ritratti!
Sara Menetti vive e lavora come illustratrice freelance a Bologna.
Collabora con il collettivo di autori di fumetti Mammaiuto, con il quale ha pubblicato il libro “Fototessere”, il carnet de voyage “Tokyo – un viaggio illustrato” e “Lisboa – Diàrio de viagem”, e con la rivista online “Aspirina”, per la quale pubblica le strisce intitolate “Cose stupide che succedono a chi cerca lavoro”. Da qualche anno aderisce al movimento degli Urban Sketchers, fermandosi spesso a disegnare dal vivo scorci di città, paesaggi e persone. Nel tempo libero insegue animali. E cappottini. E animali con i cappottini.
Presentati…cinque parole a vanvera su Sara illustratrice.
Ho remore a definirmi “illustratrice”.
Cinque parole a vanvera su Sara umano.
Mi sento abbastanza umana, invece.
Una dote/caratteristica che non può mancare ad un illustratore?
La curiosità
Cosa odi di più del tuo lavoro?
Il fatto che sia un lavoro mi costringe a convivere con il timore di fondo che, una volta terminata una consegna, nessuno mi chiamerà per altre commissioni. Un circolo vizioso antipatico, ecco.
Ah già… The o caffè?
The tutta la vita. Senza zucchero. Non sopporto il sapore del caffè, le nottate le affronto con tisane al ginseng o beveroni di mate…!
I personaggi del libro delle fototessere sono tutti esistiti o qualcuno è frutto della tua fantasia? Cè qualche riferimento al film “Il favoloso mondo di Amelie”?
Sono tutti assolutamente veri, sono categorica; anche i testi sono l’esatta trascrizione delle parole che queste persone pronunciano, me le appunto subito su un taccuino per non sbagliare.
Nessun riferimento ad Amélie, o almeno, non volontariamente. Il progetto nasce perché trovo estremamente interessanti le persone e mi piace pensare di poter “fermare” su carta qualcosa che, in loro, ha attirato la mia attenzione; una frase, un modo di portare i capelli, un bel naso, un’atmosfera d’insieme che mi comunicano.
Come hai imparato a semplificare così bene i tratti somatici delle persone? Qual è la prima cosa che guardi quando ritrai un personaggio?
Se c’è una cosa che cerco di imparare quando faccio le fototessere, è la varietà dei tratti somatici e l’infinità di combinazioni che possono generare: mi stupisco sempre di quanto un micro peletto fatto con la penna possa cambiare completamente un volto e quello che comunica.
La semplificazione è un percorso, parte dalla necessità di trasmettere con il mio disegno quella che definiamo “prima impressione” riguardo un individuo. Se il disegno diventa troppo elaborato l’attenzione si sposta sul tratto e si perde il messaggio subliminale, io invece voglio essere super efficace.
Posso quindi dire che la prima cosa che guardo è l’atmosfera che colgo intorno a una determinata persona; dal punto di vista “fisico”, invece, guardo subito la forma della testa e del viso e, successivamente, come si dispongono i connotati all’interno di quel limite.
Com’è nato il collettivo Mammaiuto? Quando ti senti mammaiutata e quando mamma… aiutoooo! ?
Il collettivo inizialmente era formato solo dai cinque fondatori, poi piano piano, negli anni, sono arrivati i rinforzi…! Ci conoscevamo già tutti, almeno di vista, perché la quasi totalità di noi viene dalla Scuola Comics di Firenze. Io sono entrata nel 2013 proprio con le Fototessere e posso dire di essermi trovata in un ambiente creativo e molto stimolante: siamo tutti abbastanza diversi come sensibilità e stili, ma ognuno di noi dà il suo apporto (e supporto, anche solo facendo il tifo!) agli altri. E probabilmente l’ambiente dove, nel mondo del fumetto, mi sento più a casa… al sicuro!
Qual è la cosa più noiosa che hai dovuto disegnare? E quella più divertente?
Quella più noiosa non mi viene in mente; è difficile che disegnare mi faccia annoiare, se non magari in seguito a un periodo molto intenso dove non ho fatto pause… ma quella non è noia, è stanchezza! Mi diverto molto a illustrare le guide turistiche per bambini che pubblica la EL, mi piace cercare abbinamenti di colori pop e trovare il modo di sovrapporre e far interagire monumenti e personaggi che animano i luoghi descritti.
Prima Tokyo e poi Lisbona… I tuoi diari di viaggio rendono il lettore un tuo compagno di viaggio, ma con che personaggio famoso (vivo o morto) vorresti fare il tuo prossimo viaggio e dove!?
Aiuto, non so mai rispondere a queste domande! Diciamo che ogni posto va bene, dal Perù alla Puglia all’Islanda al Madagascar, sono sempre contenta di andare dove non sono mai stata. Per quanto riguarda la compagnia, mi piacerebbe viaggiare con chiunque conosca già il
posto… e abbia la pazienza di sedersi e aspettarmi mentre disegno!
Fumetto e illustrazione: i tuoi lavori vivono a cavallo tra questi due mondi. Cerchi un modo per far convivere questi due mondi in un unico stile o, in base a quello che devi raccontare, scegli uno dei due linguaggi?
Non lo so, non ci ho mai pensato. Ho studiato da fumettista, ma non mi sento ancora capace di narrare storie lunghe a fumetti; non ho mai ricevuto una formazione da illustratrice, per cui non mi reputo del tutto capace di comunicare efficacemente una storia attraverso un’illustrazione. Il risultato è che mescolo le carte in tavola e tiro fuori qualcosa di ibrido, questo mi dà un po di sollievo dall’ansia da prestazione…!
Ora qualche domanda sul Km 0:
Qual è la città toscana che preferisci?
Vado sul classico e dico Firenze, ma mi piace molto anche Lucca.
Qual è il piatto toscano che preferisci?
La cecina.
Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
Mi fa riderissimo il verbo “zizzolare” (tremare dal freddo): oltretutto, per una bolognese, pronunciarlo al di fuori dei confini emiliani equivale a una specie di suicidio sociale…
Frenquentando abitualmente toscani posso dire di aver messo su un vocabolario abbastanza nutrito, per cui non mi vengono in mente parole ostili. Sono sempre pronta ad aggiungere voci, però.
Lancia una sfida alle Vanvere! (per esempio consigliaci un tema su cui lavorare o altro, anche una cosa scema tipo “fate un’illustrazione sui maglioni per le iguane”)
No, peggio: vi sfido a fare un’illustrazione lavorata a maglia, con la lana. <3
Suggeriscici qualcuno da stalkerare di cui stimi e ammiri il lavoro!
Mi piace moltissimo José Luis Ágreda, ogni volta che vedo un suo lavoro vorrei abbracciarlo.