Parole illustrate: GALA
Io sono una che dà molta importanza alle parole. Sceglierle e non usarle a caso è fondamentale. Usarle in quantità sbagliate o combinarle male può mandare all’aria tutto, come quando si fa una torta.
La collaborazione con unaparolaalgiorno.it è arrivata al QUATTORDICESIMO appuntamento!
Parola di SETTEMBRE 2018: GALA!
Dopo una breve pausa estiva, ecco che torno all’opera sul progetto “parole illustrate” in collaborazione con unaparolaalgiorno.it.
La storia del costume è una delle materie che più mi ha affascinata dagli anni dell’università.
È una materia sconfinata, che non si limita solo all’abbigliamento, ma anche a usanze, gestualità quotidiane, abitudini -non a caso si dice “usi e costumi”-.
Per questa parola ho cercato ispirazione prima nei grandi gala attuali, quelli delle dive sui red carpet, dove stupire è la regola principale, anche a discapito della mobilità, e poi negli anni ’80, pieni di fiocchi, gale e volumi. Ma poi, ripercorrendo la storia del costume, sono ricaduta su alcuni dei miei periodi preferiti: ho preso alcuni elementi dal tardo 1600 al 1800, traendo spunto anche da alcune vignette satiriche dell’epoca che mostrano dame con ingombranti gonne con crinoline e gale che impediscono loro di ballare, interagire con le altre persone o passare da una porta. Ho mischiato tutti questi elementi e li ho portati in una corte; ho immaginato un brindisi improbabile, forse fra la regina e la nuova favorita del re, brindisi reso ancora più scomodo da una fortezza di gale.
Dopotutto la moda, come la storia dell’arte, ha sempre i suoi picchi barocchi, per poi planare in momenti “neoclassici”; il decorativo strabordante si alterna a linee pulite. E via daccapo.
Cos’avrebbe pensato il re Luigi XIV, con la sua “rhingrave”, una specie di gonna pantalone tutta sbuffi e gale, dei nostri jeans skinny con la caviglia scoperta (cosa avrebbe pensato dei risvoltini? E delle Buffalo che ora tornano di moda)? Forse quello che pensiamo noi guardando le parrucche “pouf” incipriate con sopra uccelli impagliati e velieri…
Sono sempre stata incuriosita dalle parole e dai loro significati.
Alle elementari ci insegnavano a usare il dizionario e ci facevano scrivere su una rubrica le parole che non conoscevamo. Io leggevo tantissimo, così imparavo nuove parole, e quando ne trovavo una sconosciuta non riuscivo ad andare avanti finché non avevo scoperto il significato. Funziona ancora così più o meno e, quando leggo o sento una parola che mi incuriosisce, la “metto da parte”.Diventata un’accumulatrice seriale di parole dall’etimologia interessante (specialmente quelle con greco e latino in agguato), mi sono chiesta che fare di tutti questi vocaboli. Dovevo farne un PROGETTO, dovevo DISEGNARLE. In fondo, è quello che faccio ogni volta: la mia ricerca di ispirazione si basa molto sulle parole e la loro etimologia, che poi si mescolano con immagini e suggestioni. Facendo ricerche in rete, mi sono imbattuta nel sito unaparolaalgiorno.it, un vero atlante delle parole, in cui ogni giorno viene pubblicato un nuovo vocabolo, con etimologia, curiosità e riflessioni; il tutto è scritto con grande attenzione e rispetto, direi anche affetto, per la lingua italiana. Registrandosi si riceve una newsletter (che conta più di 90.000 iscritti) con la parola del giorno, che parte ogni notte. Ti alzi la mattina e trovi nella casella di posta una nuova parola, come un pasticcino o un buon caffè. Io lo trovo esaltante.
Insomma, questo sito era di grande ispirazione, mi ha affascinata e ho deciso di contattare la redazione, proponendo di collaborare.
Il risultato è tanto entusiasmo e il fatto che, da qui in avanti, fra tutte le parole giornaliere, una al mese arriverà corredata di una mia illustrazione!
Grazie a Giorgio e Massimo!
Le Parole Illustrate uscite da maggio 2017:
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