Il "Gran bollito" di Nicola Alessandrini: una mostra a km zero da non perdere!
Domenica pomeriggio inaugurerà alla libreria Black Spring di Firenze una personale di Nicola Alessandrini, artista a 360 gradi che disegna su tutto, carta, tela, tavoli, muri, barche, tovaglioli, pelle umana e non.
Quando ho conosciuto Nic, ormai più di cinque anni fa, ho descritto così le sue opere
Questo è il mio lavoro
Nonchè la mia natura
Invisibile e pieno
Di un pieno perfetto
Ora che questo pieno è diventato ancora più pieno e ancora più perfetto, lasciamo che sia lui a raccontarci di sé! Ecco l’intervista che ha rilasciato alle Vanvere!
Presentati…cinque parole a vanvera su Nic artista. Fallito, fallace, onnivoro, testardo, rapito.
Cinque parole a vanvera su Nic umano. Ansioso, panzone, gaudente, onesto, insicuro
Una dote/caratteristica che non può mancare ad un illustratore/artista? La curiosità
Cosa odi di più di questo lavoro? Le rare volte in cui occorre scendere a compromessi, la difficoltà a farlo diventare la principale fonte di sostentamento.
Ah già… The o caffè? Caffè corretto
Il cibo, il corpo e il rapporto tra i due ritorna molto nelle tue immagini, cos’è che ti affascina in questo mix?Mi affascinano in realtà le relazioni del nostro corpo e della nostra identità con l’esterno soprattutto legate ai bisogni primari (mangiare, coprirsi, abitare, riprodursi, comunicare, etc etc). La consapevolezza che i nostri corpi, e di rimando le nostre individualità, non sono autosufficienti, ma sono organismi comunicanti è secondo me fondamentale per rileggere e reinterpretare la nostra identità e i rapporti di potere, culturali, sociali e politici in cui siamo inseriti.
La mostra che presenti a Firenze si chiama gran bollito, ma non sei vegetariano?
No! Mi piacerebbe ma non riesco! Il titolo è un ironizzare sui lavori proposti, tutti legati, come dite sopra, al rapporto fra uomo e carne.
Del maiale non si butta via nulla, se potessi cosa terresti e cosa butteresti del tuo lavoro?
Terrei l’emozione che provo nel ripercorrere con lo sguardo segni e forme in cui ho buttato tante ore e tanta vita, la sensazione che quelle immagini sono come dei figli imperfetti e come tali non butterei via niente, solo lascerei che vivano la loro esistenza aspettando che si distacchino piano piano da me.
Qualche parola sui tuoi ultimi progetti e qualche anticipo sui tuoi appuntamenti futuri?
In questo momento sono impegnato in più fronti! Ho appena chiuso un’importante personale a Bologna presso la galleria Portanova 12, ho terminato una piccola pubblicazione per Museruola Edizioni e sto lavorando ad un interessante progetto di murales a Tor Pignattara (storico quartiere popolare di Roma), cercando di unire le mie differenti passioni per il disegno sia su piccolo che grande formato e per l’arte di strada e con una riflessione più concettuale sulla nostra contemporaneità. Gli appuntamenti futuri sono già molti… un paio di personali nelle Marche ad agosto, l’organizzazione del Festival Ratatà a Macerata ad Aprile, alcune collettive in varie città italiane, una pubblicazione per la bellissima rivista di illustrazione e letteratura Lucha Libre, un muro a Milano per un grande evento contro-Expo, etc etc… ma l’obbiettivo principale è sempre e comunque il cercare di svincolarmi dal lavoro da dipendente per lavorare appieno alle mie cose!
Qual è il lavoro in cui senti forte il legame con il territorio dove sei cresciuto? Non ce n’è uno in particolare… un po’ tutta la mia produzione parte da una riflessione sulla mia vita e di rimando sul territorio in cui maggiormente si è svolta… una cosa che cerco comunque di fare sempre è di eliminare attraverso un accurato labor limae il mero dato personale e biografico, per cercare di instaurare un colloquio “umano” con un pubblico più vasto possibile.
Adesso qualche domanda a vanvera sul Km0! Qual è la città toscana che preferisci?
Sicuramente la città con cui sento un legame personale più forte è Empoli, per le amicizie e per le tante persone che ci abitano che sono entrate nella mia vita in questi ultimi anni. Comunque una città che adoro e che vorrei conoscere meglio è Livorno, ha una carica vitale che titilla la pelle e nella quale vorrei immergermi!
Qual è il piatto toscano che mangeresti adesso?
Vale anche il bere? Mi farei una bella bottiglia di rosso di Montalcino!
Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
Vado di racconto scabroso! Una delle prime notti in intimità che passavo con la mia ragazza toscana lei mi si gira e mi fa: “Dio mio, c’è …Aldo!” Io mi sono ingelosito tantissimo credendo che fosse arrivato un secondo uomo oltre a me in camera; solo dopo, chiedendo delucidazioni ho capito che …aldo era riferito alla condizione climatica!
Parole che non capisco non saprei… d’altronde la vostra è la madre della lingua italiana!
E per finire….
Lancia una sfida alle Vanvere!!!
Ci penso da un po’… contattare una serie di artisti ed illustratori dalle zone “calde” del mondo, li dove si sta scrivendo nel sangue la storia culturale e politica contemporanea (i fatti recenti di Parigi sono un segno forte di questo) per avviare un dibattito ed un colloquio per immagini sul senso della propria presenza intellettuale.
Suggeriscici qualcuno da stalkerare di cui stimi e ammiri il lavoro!
Vi consiglio il grandissimo James Kalinda! Uno dei preferiti!
La mostra Gran Bollito la trovate a
Black Spring Bookshop Via di Camaldoli 10R, 50124 Firenze
Inaugurazione Domenica 15 febbraio 2015 – ore 18:30
Vi aspettiamo per un aperitivo da Vanvere!!
Nicola Alessandrini è nato il 31 dicembre del 1977 a Macerata. Ha frequentato la scuola materna di via Panfilo, di fianco al mattatoio comunale: nei ricordi, le ricreazioni in giardino fra risa di bambini e pianti di animali. Le scuole elementari le ha fatte al De Amicis, il gruppo dei maschi non lo voleva perché non giocava a calcio e quello delle femmine perché era maschio. Durante le medie, al Verdi, leggeva Buzzati per “antologia” e disegnava carcerati per “educazione artistica”. Al liceo Leopardi andava senza libri e senza compiti, solo per vedere la ragazza di cui era di volta in volta innamorato. Poi durante l’accademia di belle arti è diventato padre; ha fatto varie mostre e cose belle, nella testa sempre e comunque pianti di bambini e risa di animali.
Nicola Alessandrini ha partecipato a mostre collettive come Trekking, Eating, Dreaming (BilBolBul, Bologna), Mon Apetit (Espace Beaurepaire, Paris), Sconfinamenti (Jesi), 20×20 (Studio d’Ars, Milano), Il piacere Dissoluto” (Art Kitchen – Superground Studio, Milano), Urban super star (Galleria provinciale d’arte, Cosenza), Taetrum et Dulce (Distinction Gallery, Escondido, California, Usa), Artaq (Paris, Francia), Micro-Macro (Istituto di cultura italiana, Berlino, Germania). Tra le mostre personali: Bipersonale con Gio Pistone (Museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz – Maam), Tra bestia a cielo (Fabrica Fluxus, Bari), W(a)nderland (MondoPop Gallery, Roma).
Ha partecipato a eventi di Urban Art come Alterazioni festival (Arcidosso, Grosseto), Pink Pop Pig (Maam), Hic sunt Leones, in collaborazione con Gio Pistone (Casa dell’Architettura, Roma), M.U.R.O (Museo Urbano di Roma, Quadraro, Roma).