La Tram per HABITAT • micromega

Abbiamo invitato 25 artisti professionisti a partecipare alla mostra collettiva HABITAT • micromega che si terrà il 13 e 14 aprile 2019 a Empoli durante il festival Ludicomix, di cui per il sesto anno curiamo l’area relativa all’illustrazione. Ogni settimana vi presentiamo un artista che esporrà una propria opera all’interno della mostra!

Colori, audacia, città, “brontolume”, rumori e gatti che saltano sui colori acrilici… Tutto questo (e molto di più) è l’HABITAT della disegnatrice che vi presentiamo oggi: ecco a voi Margherita (La Tram) Tramutoli!

La Tram (Margherita Tramutoli) è nata a Potenza e vive a Livorno.
Ha lavorato per anni come grafica per le ONG e la cooperazione internazionale. Tra i suoi lavori illustrati e a fumetti, Il Libro della Giungla (Kleiner Flug), L’Ecologia spiegata ai bambini (Beccogiallo) e Vivi e Vegeta-Odio di palma (Bao Publishing). Nel 2017 vince la Medaglia di Bronzo dell’associazione Autori di Immagini nella categoria editoria.
Insegna Teoria del colore alla The Sign – Comics & Arts Academy di Firenze.

Presentati… cinque parole a vanvera su la Tram illustratore.
Vivido, colori, animali, spazio, forma.

Cinque parole a vanvera su la Tram essere umano.
Impazienza, empatia, agitazione, entusiasmo, brontolume.

Una dote/caratteristica che non può mancare ad un disegnatore?
L’audacia.

Cosa odi di più del tuo lavoro?
Stare sola per tanto tempo.

Ah già… The o caffè?
Caffè assai. Forse per questo poi sono agitata…

Qual è il tuo habitat naturale come illustratore? E come essere umano?
Immagino una stanza luminosa, senza tende, con postazioni per un paio di altri colleghi, ciascuno con uno spazio sufficiente a sentirsi da soli ma insieme. Ciascuno coi propri libri, i propri oggetti del cuore, e magari un barrino sul mare non troppo distante per fare frequenti pause (caffè). Hey, ma è lo studio che ho condiviso con Alberto Pagliaro, Daniele Caluri e Arjuna Susini! Solo un po’ più piccino.
Come essere umano il mio habitat è sicuramente la città. Proprio perchè il nostro lavoro è spesso così solitario, ho bisogno di frequenti bagni di realtà strillante e affollata per compensare.
A voler essere precisi, il mio habitat sono le città nuove, quelle che scopro quando viaggio. Sembra un paradosso, ma quando mi sento straniera in un posto che non conosco sto bene, mi sento a mio agio. E infatti ogni tanto ho bisogno di fare così, prendere e andare.

Qual è l’elemento che minaccia l’equilibrio del tuo habitat?
I rumori e gli odori forti, gli impegni che spezzano la giornata per un’ora o due, il gatto che salta sugli acrilici facendo l’angelo nella neve.

Cosa indossi (o non indossi) nel tuo habitat?
Felpa sportiva, pantalone comodo e piedi scalzi stesi sull’amaca (amaca da piedi, già) che ciondola sotto la scrivania.

Qual è l’habitat più lontano che hai visitato?
Cuba, recentemente. E la Tanzania, che non è altrettanto lontana ma mi ha insegnato le forme delle mie illustrazioni.

Il suono del tuo habitat : hai una playlist (5/10 tracce) che ti trasporta nell’habitat perfetto e che vuoi condividere con noi?
Mercedes Sosa – Balderrama
Nick Cave – The Ship Song
Leonard Cohen – Suzanne
Nina Simone – Love me or leave me
Chucho Valdès – Amanecer
Alessandra Falca – Tutto l’amore dimenticare
Miriam Makeba – The click song
Fabrizio de Andrè – Preghiera in gennaio
Le luci della centrale elettrica – Coprifuoco
Violeta Parra – Run run se fue pa’l norte

Quale illustratore vorresti ospitare nel tuo habitat?
Jorge Gonzàles

Qual è la città toscana che preferisci?
Livorno, l’ho scelta apposta!

Qual è il piatto toscano che preferisci?
La torta di ceci.

Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?

L’espressione “Eù” come ci si saluta a Livorno.
Quelle che non capivo: granata e cassetta. Quando mi hanno chiesto di prenderle la prima volta mi ha fatto l’effetto: “prendi la cadrega“. Continuavo a toccare coppie di cose a caso prima che mi facessero notare che erano la scopa e la paletta.