Intervista a Vanvera a… Isabella Mazzanti (Isa Bancewicz)!

Intervista a vanvera a Isabella Mazzanti!

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Illustrazione di Isabella Mazzanti

A me Isabella Mazzanti piace. Mi piacciono le sue figure femminili, le sue atmosfere di grafite, né troppo ruvide né troppo rarefatte, il suo segno deciso, lo sguardo enigmatico e la bocca corrucciata delle sue protagoniste, la delicatezza delle loro dita… Mi piace anche il fatto che Isabella è una che ha viaggiato e viaggia, si mette in gioco continuamente, non si fossilizza su uno stile, un tema, una -sola- professione e sperimenta continuamente nuovi sentieri.
Ho frequentato un suo workshop sul chiaroscuro presso Artelier (Padova) e non ho resistito dal riempirla di domande su “Carmilla” (ed. Soleil, collana “Métamorphose”), libro che avevo ottenuto a Montreuil con dedica e che ho minuziosamente letto, osservato e spulciato dal colophon alle sguardie, con un fare da cane da tartufo.
Isabella ha studiato arti grafiche, si è laureata in Arte e Archeologia dell’Estremo Oriente; ha vissuto in Cina, ha frequentato corsi in varie città d’Italia, a Pechino e a Viborg (Danimarca), ha seguito il master Ars in Fabula a Macerata e dal 2010 lavora come illustratrice freelance. Ha pubblicato in Italia, Francia e USA. Docente e Art director di Idea Academy, ha fondato anche la De Dominicis Creative Agency, agenzia che segue grandi nomi dell’illustrazione italiana e internazionale, di cui Isabella è anche direttrice creativa.
Sì, ha solo 33 anni cari amici, ed ha già fatto tutto ciò.

Ma andiamo a conoscerla meglio attraverso la nostra intervista a vanvera!
Chiamiamo dunque a rispondere alle nostre domande semiserie… Isabella Mazzanti (in arte Isa Bancewicz)!

Cinque parole a vanvera su Isabella artista.
Caotica, impaziente, riflessiva, determinata, insicura. Non so se vorrei essere un’artista, nel senso di oggi. È un aggettivo che mi connota poco. Mi piace, invece, tanto, il senso di artefice: mi vedo come qualcuno che deve svolgere una professione per un pubblico, mettendoci tutta la cura, la grazia e la bellezza che questo mestiere merita. Ma in modo silenzioso, non invasivo, a servizio del mio mezzo. Nulla di più.

Cinque parole a vanvera su Isabella come essere umano.
Selvaggia, pigra, generosa, impulsiva, incerta. Almeno oggi mi sento così ^_^

Una dote/caratteristica che non può mancare ad un illustratore/artista?
La perseveranza e l’umiltà. Doti essenziali.

Cosa odi di più di questo lavoro?
Gli editor fantasma.

Perché lo pseudonimo Isa Bancewicz? E soprattutto, come si pronuncia?
Isa è il mio nomignolo (anzi in realtà è Isunija), Bancewicz è il cognome di mia mamma, che è polacca. Si pronuncia “bancevich” col entrambe le “c” semiocclusive prepalatali, “č”, come in pace, città.

“Toglietemi tutto ma non”… Quale strumento del mestiere porteresti con te su un’isola deserta?
Credo che porterei un album e degli acquerelli… Su un’isola avrei tanto tempo per dipingere!

La tua carriera si ramifica in diversi campi delle arti visive, dall’illustrazione all’insegnamento alla direzione artistica. Cosa ti dà attualmente più soddisfazione e … quale sarà la nuova frontiera da raggiungere?
Sto pianificando un viaggio al CTN a novembre, mi interessa lavorare nell’animazione.

Svolgi due professioni diverse nello stesso campo: illustratrice ed art director. Da illustratrice, cosa pretendi da te stessa e da art director, cosa pretendi dagli illustratori?Come illustratrice pretendo da me stessa il rispettare SEMPRE le scadenze e soddisfare il cliente. E pretendo lo stesso dai miei illustratori.

È evidente che ami molto gli animali, dai gatti ai pipistrelli; qual è l’animale in cui ti rispecchi di più?
Domanda difficile, penso che benché io ami da morire i gatti, l’animale che mi è più vicino è un canide selvatico… La volpe.

Qual è la tecnica che non hai ancora sperimentato ma che vorresti provare?
L’olio, che in realtà ho provato, ma non sono brava. E poi l’incisione.

Ogni esperienza di vita, ogni viaggio ed ogni momento lasciano una traccia che spesso si riflette nel lavoro di un artista. Cosa porti con te nelle tue illustrazioni dall’esperienza in Oriente?
L’arte asiatica è meravigliosa, e mi ha dato tanto. Sopratutto il gusto per la linea e per un
certo cromatismo.

Hai un mantra lavorativo? Ovvero: “il tuo motto è…”?

Non ne ho uno 🙂 ma se lo avessi sarebbe qualcosa come “ vivi il presente”.

Ora qualche domanda sul Km 0:

Qual è la città toscana che preferisci?
Ahhh tantissime! Adoro Pienza (si lo so, non è proprio una grande città!) E naturalmente Firenze.

Qual è il piatto toscano che preferisci?
La Ribollita! “Qualcuno” (un certo Mastro Pagliaro) provò anche a farmi mangiare il Lampredotto. Sono ancora traumatizzata!

Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
Boia Dé! L’interiezione livornese! Quelle che non capisco mi sa che non so nemmeno trascriverle!

Lancia una sfida alle Vanvere! (per esempio consigliaci un tema su cui lavorare o altro, anche una cosa scema tipo “fate dei muffins alla trippa!”) Una cosa utile: un articolo sulle residenze d’artista, sono tanti ad offrirle (vedi l’Open Workshop a Viborg dove stavo io) ma pochi illustratori lo sanno!

Suggeriscici qualcuno da stalkerare di cui stimi e ammiri il lavoro!
I miei idoli sono i Kerascoet, dei nostrani direi senza dubbio Gloria Pizzilli!

 Se volete ammirare i lavori di Isabella, qui trovate:

Il suo blog

La sua pagina su Behance

La sua pagina Facebook