Francesco Poroli: illustratore, art director e casalingo
Francesco Poroli, art director e illustratore milanese dagli inconfondibili tratti geometrici, un mondo di cerchi e linee rette mischiate a lettere e colori forti.
Membro del team stellare di Illustri e reduce dall’Illustri festival di Vicenza, se seguite il nostro blog non potete non averlo sentito nominare (almeno qui e qui).
Se ci conoscete di persona probabilmente lo avete sentito nominare anche troppo, un sodalizio quello delle Vanvere con quest’uomo che ci ha portato a produrre gif animate e copertine di dischi che tutti ci auguriamo vengano messi in commercio a breve.
Se avete l’occasione di vedere le sue opere dal vivo o di incontrarlo, non fatevi scappare l’occasione, un artista ed un essere umano di quelli che davvero vale la pena conoscere sotto ogni aspetto.
Cinque parole a vanvera su Francesco illustratore.
Mai temere di mettersi in gioco. Ok, sono sei.
Cinque parole a vanvera su Francesco umano.
“Ora sono uno splendido quarantenne” (cit.)
Una dote/caratteristica che non può mancare ad un illustratore?
La passione per quello che fa.
Niente?
E’ una domanda retorica? Il caffè, diamine!
Quelli che fanno questo lavoro spesso immolano la loro vita privata per nottate di lavoro, rinunciano alle ferie per la consegna dell’ultimo minuto; tu, invece, hai una bellissima famiglia e seguiamo su internet le tue avventure da casalingo disperato; c’è una formula magica per riuscire ad avere “tutto”?
Sì, c’è! Si tratta di “immolare la propria vita per nottate di lavoro e rinunciare alle ferie per la consegna dell’ultimo minuto”.
Scherzi a parte, credo che il tempo si trova sempre. E quando non sembra abbastanza, lo si inventa. Per lo più la notte, almeno nel mio caso: quando tutta la famiglia dorme, inizia il momento più operativo della mia giornata. Poi, se in più servono due consigli su come fare un bucato perfetto o cambiare un pannolino con una sola mano, non avete che da chiedere.
Mc donald vs slow food, due clienti agli antipodi nel giro di due settimane, come si affrontano due tematiche così con coerenza?
Restando, per l’appunto, coerenti con sé stessi e con il proprio segno. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di collaborare con i clienti più disparati e diversi tra di loro. Non mi pongo troppo il problema: se arrivano da me, significa che vogliono usare il mio stile per comunicare il loro messaggio.
Si dice spesso che in questo lavoro serva una certa dose di fortuna, ovvero essere la persona giusta al momento giusto. Tu hai avuto la famigerata “botta di fortuna” o è stato un successo raggiunto a piccoli passi?
Ho disegnato per anni (da sempre), ma senza mai trovare il coraggio di mostrare il mio lavoro a nessuno. Pensavo che non fosse abbastanza buono. Poi, sì, ho avuto almeno un paio di botte di fortuna, specie se considerate che le mie prime illustrazioni ad essere pubblicate sono finite su Wired e su The NYTimes Magazine. E quindi “fortuna” non rende abbastanza l’idea. Mi è servito soprattutto per capire che forse il mio lavoro era buono abbastanza da finire in pagina. E ho capito che conveniva mostrarlo, sempre.
Panorama ti ha inserito tra “I Migliori Illustratori d’Italia”. Si fa l’abitudine ad essere considerati il “top di gamma”?
A dirla tutta, ho sempre paura che prima o poi mi becchino e finisca tutto quanto. I giudizi positivi fanno sempre estremamente piacere, intendiamoci, ma preferisco non ascoltarli troppo e continuare a lavorare duro ogni giorno.
Da quello che leggiamo su facebook tu sei un illustratore che lavora spesso da casa: qual è la tua divisa da lavoro?
Per dirlo in maniera semplice: la prima cosa che capita. Al proposito, allego diapositiva della mia divisa da lavoro dell’ultima – caldissima – estate.
Non ho questa paura. Vivo il mio lavoro come una continua ricerca e sono curioso di vedere dove mi porterà nel corso degli anni.
Ti vedi a fare l’acquerello?
Ecco, magari no. Mi piacerebbe moltissimo, ma temo che non sia la mia “cosa”.
Il gruppo di Illustri (di cui fai parte), oltre alla collaborazione, propone una serie di incontri e portfolio review all’interno dei quali parlate del vostro lavoro e date consigli pratici a chi voglia sottoporvi il proprio operato.
Lo spirito di condivisione sta molto a cuore anche a noi Vanvere, in molti però vivono costantemente nel terrore che condividendo possa essere “rubato” un cliente o un’ idea. Per la tua esperienza cosa hai da dire a chi non crede che la collaborazione funzioni meglio dell’isolamento?
Illustri è una meravigliosa realtà della quale mi onoro di essere parte molto attiva.
E ‘condividere’ è una delle nostre parole d’ordine più importanti. Condividere significa fare squadra, fare categoria – una cosa che moltissimo tempo è mancata a chi fa questo mestiere. Avere una cerchia di colleghi ai quali chiedere un consiglio per preventivo o un feedback sul proprio lavoro (e non solo se sei un giovane alle prime armi) è fondamentale. Da qualche settimana questo spirito stiamo provando ad allargarlo a tutti: per questo è nato – sul sito di Illustri – il Forum, riservato agli iscritti all’associazione, dove proviamo a fare squadra ogni giorno, con consigli, feedback e suggerimenti.
A Vicenza abbiamo visto il tuo lavoro a 4 mani col bravissimo Riccardo Guasco. Cosa ti ha dato questo tipo di progetto? Pensi che si ripeterà in futuro (noi speriamo di sì tra l’altro!)?
Lavorare con Riccardo è stata una vera e propria figata, per dirlo con un francesismo. In primis perché è un amico e poi perché è uno degli illustratori che stimo di più in assoluto. Era la prima volta che mi cimentavo in qualcosa a quattro mani e devo dire che è stato molto stimolante. Il progetto iniziale per la mostra a Vicenza era molto più ampio e articolato e prevedeva otto illustrazioni tutte a quattro mani. Poi, per motivi di tempo, non siamo riusciti a portarlo a casa. Ma ci siamo ripromessi di mettere insieme presto qualcosa di più strutturato. Quindi sì, per la vostra gioia 🙂
Una copertina, un disegno, un packaging: qualcosa che ti ha fatto esclamare “avrei voluto farlo io!”
Non saprei indicarti un lavoro particolare. Mi piacerebbe moltissimo mettermi alla prova disegnando delle copertine per una collana di libri. Dopo più di 150 copertine di magazine, vorrei misurarmi con un tipo di narrazione diversa.
Ora qualche domanda sul Km 0:
Qual è la città toscana che preferisci?
Alcuni anni fa sono stato qualche giorno sull’Isola del Giglio e ne conservo un ricordo meraviglioso.
La panzanella! Toscana, giusto?
Trovo irresistibile già solo la parlata toscana: mi ispira una istantanea simpatia.
Allora le Vanvere si impegnano ufficialmente: se ci invii una lista di alcolici preferiti, a creare il “Porolo”, un cocktail specialissimo che rimarrà nel listino del nostro bar degli aperitivi del cuore per sempre così da poterlo bere quando ci mancherai e all’Aperitivo degli Illustratori durante il Ludicomix!
Se volete avere i lavori di Francesco sempre con voi, qui trovate la sua raccolta!