Francesco Guarnaccia, un enfant prodige a Pisa.
Francesco Guarnaccia, giovane, anzi, giovanissimo fumettista pisano, va talmente forte che da quando gli abbiamo scritto questa intervista poche settimane fa è già finito su Internazionale e su Linus e noi non abbiamo fatto in tempo a fargli manco una domanda a riguardo.
Colori anni ’90, forme morbidose e un talento che ti fa venire voglia di odiarlo.
Ma come si fa con quella faccia lì?
È proprio impossibile.
Presentati… cinque parole a vanvera su Francesco fumettista.
Gommoso, Rotondo, Ciccioso, Fucsia, Fluorescenza.
Cinque parole a vanvera su Francesco umano.
Occhiaie, Paturnie, Biciclette, Cartoni animati, Cotolette senza glutine.
Una dote/caratteristica che non può mancare ad un fumettista?
La composizione.
Cosa odi di più del tuo lavoro?
Gestire gli impegni.
Ah già… The o caffè?
Caffè per lavorare, The per rilassarmi.
Il tuo lavoro è collegato a quello dei collettivi, tra i quali Mammaiuto, attraverso il quale ti abbiamo conosciuto.
I lavori che pubblichi con loro sono completamente indipendenti o passano anche attraverso decisioni comuni, consigli e revisioni da parte degli altri?
Mammaiuto nasce come uno spazio dove potersi esprimere senza vincoli.
Facciamo fumetti perché ci va di farli.
E su questo bisogno impellente di raccontare qualcosa nessun altro può fare editing o decidere per te.
Durante la realizzazione del fumetto/illustrazione, invece, ci aiutiamo a vicenda, siamo i primi a chiedere consiglio, ma sempre e solo affinché il messaggio sia espresso al meglio.
Vogliamo fumetti belli che non legge nessuno, piuttosto che fumetti brutti letti da tutti.
Sulle decisioni di altro genere invece ci muoviamo solo dopo aver raggiunto l’unanimità.
E siamo in tredici. Vi lascio immaginare le nostre riunioni.
Insomma, in Mammaiuto va a finire che faccio sempre come mi pare, anche quando mi fanno editing, perché sono io che l’ho chiesto.
Qualche volta nelle scuole di fumetto e di illustrazione si tende a dare più rilievo al manierismo del segno che alla narrazione; secondo te può essere un problema tutto italiano legato alla pressione a cui la nostra millenaria storia dell’arte ci sottopone oppure è solo ignoranza?
Secondo me è solo ignoranza.
Però vi rovescio un po’ la frittata: secondo me è l’ignoranza del grande pubblico che ha portato a questa situazione.
Le scuole devono essere “professionalizzanti”, ti devono insegnare qualcosa che si inserisce bene nel mercato, che funziona e che ti farà lavorare.
E in Italia significa fare fumetti poco audaci, che accontentino il lettore medio di Tex.
In realtà le cose stanno lentamente cambiando ma ancora siamo solo agli inizi, avete visto coso è successo quando hanno fatto disegnare Dylan Dog a degli autori non convenzionali?
Le tue storie sono spesso legate alla musica; cosa ascolta Guarnaccia mentre lavora?
Con la musica vado a periodi, mi prendono delle fisse scandalose: ho avuto il momento punk hardcore, il momento elettronica smarmellacervello, il tunnel dell’indie italiano.
Adesso sono in fissa con le cantanti donne electropop: MØ, Grimes, St. Vincent, Lorde (remixata da Flume mi fa impazzire), i Chvrches.
E poi i Gorillaz, quelli non passano mai.
E com’è la scrivania di Guarnaccia?
Solitamente è un macello: ci sono sempre due o tre pile torreggianti di fumetti e fogli, un perimetro di cianfrusaglie che occupano i lati della scrivania per non stare in mezzo all scatole (tra cui: un culo di cane/appendiabiti di plastica, una riproduzione del totem tiki che sigilla l’amicizia tra Jd e Turk in Scrubs, la mia polaroid, le polaroid che ho scattato, il cesto di vimini della “carta figa” con adesivi, volantini, biglietti da visita e altre robe che non voglio buttare via). Quando devo lavorare però provo a mettere a posto tutto e trasloco un po’ di roba sul divano, ho bisogno della scrivania libera.
Quando finisco e mi distraggo un secondo torna magicamente tutto come prima.
Quanto ti ha aiutato il tuo incredibile ciuffo a sfondare nel mondo del fumetto?
Risponderò così, ultimamente sta prendendo piede un nuovo soprannome candidato come nuovo nome d’arte: Franciuffo.
Quando eri in terza liceo Tuono Pettinato ti ha diciamo scoperto, e adesso avete un volume a quattro mani in uscita a breve.
Possiamo definirti il Cenerentolo del fumetto?
Questo farebbe di Tuono la mia fata madrina?
Noi vogliamo immaginarcelo così, si.
Hai 21 anni, svariati fumetti all’attivo e hai pure vinto la menzione d’onore al Gran Guinigi di Lucca 2015; la prossima conquista?
A me e ai miei amici delle bici Diego e Johnny piace pedalare senza le marce fino in cima ai monti e poi scendere senza i freni.
Venerdì proviamo il Monte Serra, che abbiamo soprannominato “il nostro Everest”.
Mi piacerebbe tornare vivo, sarebbe una grande conquista.
Se torno a casa sano e salvo giuro che inizio la mia nuova serie su Mammaiuto.
Abbiamo scoperto grazie alle nostre spie che il 17 aprile (la domenica del Ludicomix) sarà il tuo compleanno; qual è il tuo dolce preferito così ti facciamo spegnere le (poche) candeline?
La Cheesecake, mi fa piangere di gioia.
Ma solo se è senza glutine, sennò mi fa piangere per altri motivi.
Ora qualche domanda sul Km 0
Qual è la città toscana che preferisci?
Mi costa tanto ammetterlo, perché la vivo da pendolare e mi stressa tantissimo, ma è Firenze. Ci ho vissuto delle esperienze che mi porterò sempre con me.
Qual è il piatto toscano che preferisci?
La Ribollita, ne potrei mangiare una pentola. Al secondo posto metto quella magica esperienza di sedersi ad un tavolo con degli amici, un centinaio di brocche di vino e un tagliere infinito di salumi, formaggi e crostini toscani.
Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
L’espressione “Sa dd’ì dd’indà” mi ha sempre fatto super ridere. Invece non mi vengono in mente parole che non capisco.
Facciamo così, vi dico una parola toscana che io uso e le altre persone non capiscono mai: “Lapis”
Lancia una sfida alle Vanvere! (per esempio consigliaci un tema su cui lavorare o altro, anche una cosa scema tipo “fatevi tutte una foto mentre brindate con il Grapperol”)
Vi sfido a farvi una foto ESATTAMENTE così
Suggeriscici qualcuno da stalkerare di cui stimi e ammiri il lavoro!
Tenete d’occhio la Fotonico Crew, sono i giovani illustratori più bravi e bulletti del quartiere.
Per vedere i lavori di Francesco andate qua oppure qua!
Ciao Vanvere, è stata una delle interviste più divertenti che abbia mai fatto.
Ci vediamo a Empoli <3
(questa era una cosa che ci aveva detto a titolo informale ma la mettiamo ugualmente perché ci piace quando ci fanno i complimenti)