Di polli e di broccoli. Intervista a Chicken Broccoli
Art director (attualmente di Newton Compton Editori), blogger*, finissimo critico (o, come si autodefinisce, “criticone“) cinematografico, è diventato celebre sul web e non solo con il blog Chickenbroccoli (in cui i Chicken sono bei film e i Broccoli sono quelli brutti), pieno di critiche, refuosi e gif animate.
(*) C&B non ama essere definito “blogger”, non sappiamo perché. Forse perché troppo mainstream, o riduttivo nel suo caso – questa cosa l’abbiamo scoperta a Treviso-
Coinvolge spesso illustratori e artisti nei suoi progetti, per illustrare le locandine dei film.
È CB – ChickenBroccoli, all’anagrafe Sebastiano Barcaroli, che ci ha invitate a partecipare al Treviso Book Comic Festival 2016.
Il nostro contributo al Chickenbroccoliscope, che raccoglieva quattordici omaggi illustrati ad altrettanti film, era un’ illustrazione a OTTO MANI dedicata al cult anni ’80 Ghostbusters!
Un disegno la cui difficoltà nel nascere può essere riassunta in questa immagine:
Grazie a questo lavoro ci siamo rifornite di aneddoti, su quella volta che civolevamoammazzarelunaconlaltramapoiallafinevabe‘, per un bel po’di tempo.
Da questo incredibile incrocio di flussi è nato il poster che trovate di seguito e che potete anche comprare a questo link, mentre se volete leggere (a vostro rischio e pericolo) cosa ne pensa CB di questo film (e di tanti altri) cliccate quest’altro link!
Ecco invece delle foto del bell’allestimento della mostra a Treviso con posters (per la gioia di Giulia) grandi DUE METRI!
Per il coraggio e l’incoscienza di aver coinvolto quattro donne in questa mostra ecco che CB – ChickenBroccoli si becca… un’INTERVISTA A VANVERA!
Ciao Sebaba. Possiamo chiamarti Sebaba? (In ogni caso noi lo faremo comunque!)
Ciao Camillacelinagiulialisa.
Posso chiamarvi CamillacelinagiuNO troppo lungo.
Lasciamo Vanvere.
Cinque parole a vanvera su CB art director.
Cinque parole a vanvera su CB come essere umano.
Alla fine fa tutto ridere.
Cinque parole a vanvera su CB come blogger (migliore del mondo).
Una dote/caratteristica che non può mancare ad un art director?
Tenere sempre a mente il risultato finale, essendo sicuri che una volta completato sarà totalmente diverso da quello che ci si era immaginati.
Cosa odi di più del tuo lavoro?
Il fatto di amarlo troppo.
The o caffè?
Coca-Cola.
Quando Sebaba si è sentito più chicken?
Quando due anni fa ho completato il crowdfunding per il ChickenBroccoli Magazine.
(lo potete comprare qui!)
Da quel momento CB è diventato la cosa più “seriosa” che è ora. E pensare che mi ero presentato così:
E quando più broccolo?
Quando penso di trasformare ChickenBroccoli nel mio unico lavoro.
Sarei pazzo! La libertà del sito (che è poi il motivo per cui a qualcuno piace pure, poveri matti…) l’ho raggiunta solo perché scrivo senza pensare che sia una cosa seria, senza pensare che qualcuno lo legga davvero… tranne le volte che broccolo palesemente qualche ragazza scrivendo lunghe recensione piene di indizi che capisce solo lei.
In più se non tengo la testa occupata in trenta progetti tutti insieme non sono contento.
Per me More is more, alla faccia di tutti quelli che “Munarimunarimunarimunari”.
Ti senti più art director, più blogger, più critico o più criticone?
Essere criticone vince su tutte le altre definizioni, e le comanda. E le salva, direi.
Non si può essere art director o critico senza scannerizzare mentalmente tutto quello che passa davanti agli occhi e inscatolarla nel proprio metro di giudizio.
Blogger non mi ci sono mai sentito. Anzi, quando ho fondato ChickenBroccoli (era il 27 agosto 2009. Ero palesemente vittima di un colpo di sole.) ho scritto una dichiarazione di intenti più che palese, sta a questo link qui.
La critica cinematografica è venuta dopo, prima era solo un attacco di “bastiancrontrarietà” verso tutte quelle recensioni che non mi piaceva leggere, quelle che perdevano metà del tempo a raccontarmi la trama e l’altra metà a far vedere che loro avevano capito tutto del film, del cinema, della vita e tutto quanto.
ChickenBroccoli è l’equivalente della chiacchiera fatta con l’amico appena usciti dal film (non a caso le recensioni le scrivo immediatamente, al massimo il giorno dopo aver visto il film).
Non mi sento più art director o critico cinematografico o scrittore… il fatto è che mi sento proprio bene quando faccio queste cose.
Il film del tuo cuore da piccolo
Il mago di Oz.
Il film del tuo cuore da grande (non fare la battuta che ancora non sai cosa farai da grande)
Come disse qualcuno una volta (Ah, ero io), non esiste un film preferito.
Il film preferito cambia sempre, quasi una volta al giorno. Vi posso dire che mi spavento se vedo Lo Squalo, mi intenerisco se vedo Ratatouille, mi viene voglia di diventare un criminale se vedo Quei Bravi Ragazzi, rido come la prima volta se vedo Borotalco, piango se vedo Hair. Poi ho le mie passioni insane. Ad esempio una volta l’anno vedo The Mist.
Un film pure recente, che non ha certo cambiato la storia del cinema, ma che oh, mi piace troppo.
Qual è il primo film che ricordi?
C’è un ricordo dentro a un ricordo legato al mio primo film al cinema.
Quando facevo le scuole medie mia madre mi accompagnava a scuola in motorino.
Lei davanti io dietro. Un giorno prese a raccontarmi della prima volta che andammo al cinema, a vedere Biancaneve e i sette nani.
Mi raccontava che io, piccolo rivoluzionario coi capelli a caschetto e i pantaloncini sopra il ginocchio (che ho portato fino a un’età esageratamente alta), al momento in cui la Grimilde chiede allo specchio servo delle sue brame chi è la più bella del reame, mi alzai urlando “BIANCANEVE È PIù BELLA DI TE!”.
In quel momento – ricordate, eravamo sul motorino – risi e spostai il piede quel tanto da farlo entrare nel raggio della ruota.
Le scene dopo sono come flash in un montaggio serrato.
Flash: mia madre che guarda la mia gamba attorcigliata alla ruota.
Flash: un tizio che taglia in due il motorino con delle tronchesi enormi.
Flash: Io che vengo portato all’ospedale e ingessato. Flash: di nuovo io tutto contento che mi godo 30 giorni di vacanze da scuola.
Flash: mia madre che scuote la testa.
Tutto grazie al mio primo film: Biancaneve e i sette nani.
Come? Risposta troppo lunga per i parametri di attenzione internettiana? Ah ok.
Alla prossima domanda rispondo solo Biancaneve e i sette nani.
Dove vorresti arrivare con C&B, ovvero, qual è la tua prossima meta?
Biancaneve e i sette nani.
No dai. Non lo so. Mi chiedo molto più spesso quale sarà la mia ultima metà.
Se fossi un personaggio di un film chi saresti?
La mia ammirazione vera la guadagnano sempre gli eroi.
Quelli veri però, quelli puri, che non nascono eroi, che non studiano da eroi, che non scendono da un qualche Olimpo per venirci a salvare.
Mi piacciono le gesta eroiche disinteressate e dettate da un coraggio mai coltivato, quello scoperto a sorpresa.
Non mi interessa chi ha la Forza dalla sua o è l’Eletto o ha il gene mutante.
Vorrei essere Kaneda che salva il mondo da Tetsuo
il “driver” che salva l’amata dai criminali
al limite Ron Weasley che mangia una cioccorana
Ecco. Vorrei essere un eroe. Mi sa che non ci sono ancora riuscito mai.
Se le Vanvere fossero dei personaggi dei film chi sarebbero?
Ah! Sarebbero le ragazze eteree di Picnic a Hanging Rock
e le roller girls fichissime di Whip It.
Sarebbero le Streghe di Eastwick
le groupie romantiche di Almost Famous.
Sarebbero almodovariane donne sull’orlo di una crisi di nervi
ma anche le rapinatrici supersexy di Spring Breakers.
Nel tuo lavoro coinvolgi spesso artisti e disegnatori per illustrare le locandine dei film. Hai un libro illustrato del cuore?
Sempre nella dimensione nostalgia il mio libro preferito da piccolo è “Sembra questo sembra quello…” di Maria Enrica Agostinelli. So ancora la tutto il testo a memoria.
Adoro i pop-up. Mi vengono in mente due libri diversissimi, ma bellissimi entrambi per cartotecnica e illustrazioni: Alice nel paese delle meraviglie di Robert Sabuda e Oceano di Anouck Boisrobert e Louis Rigaud.
Dopo due esperienze su cartaceo, prima Stirato e poi Bang Art, ti sei dato al solo web con Date Hub e Chicken Broccoli con i quali noi ti abbiamo conosciuto, ma tra crowdfunding, mostre di poster e addirittura un libro ogni tanto ti avvicini nuovamente al cartaceo. Cosa ti manca dello stampato?
In effetti il web è una dimensione in cui non mi trovo del tutto a mio agio proprio perché ti permettere di correggere gli errori. Fai un refuos? Te ne accorgi e lo cambi.
Nella stampa hai una pressione che aiuta a fare le cose con più attenzione.
Forse è per questo che non correggo i refuis nelle recensioni di ChickenBroccoli, perché il refuos ti dice spavaldo «e adesso viemmi a correggermi, dài, vediamo se hai il coraggio! Ah troppo facile così eh!»
La carta stampata non mi manca mai, perché continuo a produrne quotidianamente.
«Stirato» e «Bang Art» me li porto dietro come bagaglio, hanno rappresentato tutto per tanto tempo, per me e per Siriana Valenti (con cui li ho creati e curati), è stata l’occasione per crescere come creativi e di conoscere decine di artisti internazionali e non, e imparare a trattarli, ora tutto quel bagaglio è qui.
Il libro Keep calm e guarda un film , un piccolo compendio che risolve 101 problemi con 101 film, è stata un’avventura condivisa con una co-autrice eccezionale, Federica Lippi, è stato divertentissimo da scrivere. Chissà, magari nell’ottobre del 2017 ne uscirà un altro.
Non vi dirò mai che amo libri e riviste per “l’odore di carta”, è una risposta che mi dà l’orticaria. L’odore della carta sembra buono ma in realtà è puzza di sangue, sudore, occhi secchi, litigate e polpastrelli consumati.
Come art director, e anche come Ciebbì ti capita spesso di lavorare con degli illustratori; ma tu hai mai pensato di fare l’illustratore?
Vi dico un segreto ma non ditelo a nessuno.
Se lo dite dovrete scappare e anche se vi nasconderete in Indocina io sarò nascosto in una ciotola di riso pronto a vendicarmi.
Mi sono “venduto” come illustratore varie volte.
Ho lavorato per delle riviste femminili per teenager, per riviste di musica e, ça van sans dire, per una rivista di cinema, per cui scrivevo anche.
Ah! Ho anche partecipato a un libro di illustrazione tanti anni fa dedicato ai Mondiali di calcio. E adesso vi beccate anche l’aneddoto, quasi una parabola: le illustrazioni del libro furono esposte negli stadi che ospitavano l’evento. Quando la squadra turca video come avevo realizzato i loro ritratti ordinò di rimuoverli dai muri. Avevo rappresentato le loro facce mischiando in maniera arcimboldesca insetti, grandi predatori, pesci, mammiferi… e la cosa non era stata ben vista.
Mamma, che matti questi turchi.
Per fortuna ho smesso di fare l’illustratore, perché in giro c’è troppa gente brava per rubargli spazio. Io spero di essere uno che quello spazio lo crea…
Ce lo mandi un disegnino?
Sì. Vi mando un segnalibro che ho fatto mille anni fa. Gira che ti rigira si torna sempre a OZ.
Qual’è il tuo rapporto con i refusi?
Non so di coas palrate.
E con le gif?
Descriviti con un refuso e con una gif!
Vi ho già detot che non faccio mai refuis.
Ora qualche domanda sul Km 0
Qual è la città toscana che preferisci?
Chiarone di Capalbio. Che è Toscana proprio di un soffio, credo inizi sul retro del cartello che divide il Lazio dalla Toscana e finisca in un luogo che potremo chiamare “là”.
È sulla costa, e ci ho passato un sacco di tempo estivo, tempo bello.
La volta che ricordo con più piacere è stata quando per tutta l’estate, in mancanza di un computer e di una connessione, mi sono messo a fare le recensioni dei film disegnate.
È venuto fuori questo:
Qual è il piatto toscano che preferisci?
Il mio regno per una fiorentina al sangue. Vegetachi?
Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
La prima volta che ho sentito il livornesissimo “budello *della tu ma” mi ha fatto molto ridere. Poi quando ho saputo che voleva dire un po’ meno.
*Nota delle Vanvere: in verità è “di tu mà”, Ciebbì non scampa ai refuosi nemmeno quando cita i dialetti altrui.
Gliela spieghiamo con questa gif, l’unica inserita da noi e non inviata direttamente da lui.
Lancia una sfida alle Vanvere! (per esempio sfidaci a fare un poster ad 8 mani… di nuovo!)
Vi sfido a intervistarvi tra di voi, ma tirando fuori le cose che non vi siete mai chieste.
Ognuna pensa a una domanda – ma scomoda eh! – e le altre tre rispondono.
E poi la pubblicate, che siamo tutti curiosi.
Suggeriscici qualcuno da stalkerare di cui stimi e ammiri il lavoro!
Di nomi ce ne sarebbero a bizzeffe, ma secondo se intervistate Nicoz Balboa vi divertirete un mondo.
Questo poster di Nicoz lo trovate in vendita qui!
E per ringraziarlo di averci chiamate, conoscendo il suo amore per le gif animate, gli abbiamo anche fatto un’animazione del poster, tiè!