MARTOZ, il flagello dei fogli bianchi
Martoz l’abbiamo conosciuto a Bra qualche tempo fa’. Talento giovanissimo, illustratore e fumettista membro del collettivo Lab.Aquattro, ha uno stile furioso e colto e le sue grafiche sono fuori controllo tanto quanto lo è lui di persona.
Appena uscito con il suo fumetto Remi-Tot in STUNT di MalEdizioni ( b e l l i s s i m o), ecco la nostra intervista a Vanvera!
Non perdetelo di vista neanche per un secondo (chissà altrimenti dove potrebbe andare)!
Presentati… cinque parole a vanvera su Martoz illustratore.
sghembo – frenetico – lisergico – piagnone – sanguigno
Cinque parole a vanvera su Martoz umano.
docile – deuteronomio – mentalista – quiproquo – suscettibile
Una dote/caratteristica che non può mancare ad un illustratore?
La sincerità
Cosa odi di più del tuo lavoro?
Gli scemi
Ah già… The o caffè?
Adoro entrambi, purché senza zucchero. la neve migliora le case, lo zucchero corrompe il caffè!
Le tue “avventure” sono ormai famigerate; cosa ti porta a cercare il “brivido”? Una sorta di ricerca creativa o solo svago?
Qualunque motivo ti venga in mente, è quello giusto. non c’è un motivo per cui si intraprende un’avventura. Non uno sbagliato. Mettersi alla prova con una piccola avventura è un’esperienza che stimola corpo e mente, risveglia lo spirito, dunque la creatività. Il tutto comprende il divertimento: serve altro?
Molti illustratori sono metodici o sfiorano addirittura la maniacalità nella progettazione delle tavole; le tue sembrano nate invece di getto, senza vincoli o schemi progettuali; è davvero così oppure dietro a questa libertà ci sono ore di riflessione compositiva?
È davvero così, sono molto istintuale nell’approccio. Tuttavia, a seconda del lavoro, può capitare che sia necessario lo studio di una struttura per raggiungere l’obiettivo, ma è una fase che non dura più di tre secondi terrestri.
Disegni con pennarelli, matite, pennelli, tutto quello che ti trovi sotto mano, ma c’è qualche tecnica che ti spaventa o con la quale non pensi che il tuo lavoro non sarebbe più lo stesso?
Ma certo: la scultura lignea, la pittura ad olio, il violino, i pastelli a cera, la sabbia di Kseniya (vi ricordate la pubblicità? porca paletta, che cazzo).
Ti spaventa il foglio bianco?
Di solito è il foglio bianco che quando mi vede chiama a casa per comunicare le ultime volontà.
Anche tu sei in un collettivo Lab.Aquattro (con quattro donne oltretutto! Emma Verdet, Egle Pellegrini, Chiara Lanzieri e Gemma Vinciarelli) cosa ti ha portato a fare questa scelta? Quali sono, per te, i lati positivi del “condividere” in un lavoro solitario come questo?
Per me, il lavoro resta solitario. i vantaggi sono tanti, in un collettivo puoi confrontarti con gli altri e dividere alcuni sforzi. poi al laboratorio Aquattro c’è gente simpatica!
Considerando che la prima volta che ti abbiamo visto ci hai suonato il tuo biglietto da visita con l’ormai famoso flauto, cosa c’è sulla tua scrivania di lavoro?
Ogni tre mesi devo dare fuoco al tavolo, proprio perché accumulo ammennicoli di ogni sorta. il flauto deriva da una delle “avventure” cui abbiamo accennato. Suonammo questi mini-flauti mentre risalivamo a piedi un fiume gelido. Sto cercando una cura per questa perversione verso la stupenda oggettistica futile. Poi ci sono anche centinaia di matite
Qual era il tuo libro preferito da bambino? Lo vorresti illustrare?
Non ricordo il titolo. Era un libro con delle volpi chic, vestite come dame. Sarebbe pazzesco illustrarlo.
Ora qualche domanda sul Km 0:
Qual è la città toscana che preferisci?
Gaiole in Chianti! dove si svolge l’Eroica (una imperdibile biciclettata vintage di massa) è davvero un posto bellissimo, circondato dalle campagne che tutti immaginiamo quando pensiamo a un bel paesaggio.
Qual è il piatto toscano che preferisci?
Pappardelle al cinghiale? Forse il pollo alla cacciatora.
Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
Mi piace quando dite “noi si fa” … noi si questo, noi si quello. Insomma il si dopo i pronomi personali. Non mi piace quando usate la parola “garba”. Non capisco… boh in generale a volte mi perdo negli interstizi tra le parole, durante il discorso di un toscano. Ci sono zone grigie, misteriose, aspirate, vaporose. ponti persi nella nebbia tra le parole chiave.
Lancia una sfida alle Vanvere! (per esempio consigliaci un tema su cui lavorare o altro, anche una cosa scema tipo “imparate a suonare il vostro biglietto da visita col flauto!”)
Vi sfido a organizzare una parata durante una tappa artistica delle Vanvere in un comune toscano. A tema supereroi paesani, ovvero si suonano strumenti a caso vestiti per metà da supereroi e per metà con abiti tradizionali del posto.
Suggeriscici qualcuno da stalkerare di cui stimi e ammiri il lavoro!
Vi consiglio di stalkerare Jim Mahfood
Nella mail in cui accettavi di fare questa intervista ci hai specificato che avresti voluto delle domande assurde, e noi non siamo certo gente che si tira indietro… quando c’è di mezzo la parola “stupidità”!
Mi raccomando: risposta secca!
Che numero hai di scarpe?
44, come Eracle. Unità di misura del piede antico, che volete di più?
Che cosa stavi facendo la notte scorsa a mezzanotte?
Dormivo per terra in camera di mia sorella a Londra, mentre una donna delle pulizie russa (assoldata dalla coinquilina) puliva la casa a colpi di KARATE.
Qual è la cosa per la quale non riesci ad aspettare?
Oddio imparare a saper aspettare è stata la mia missione da quando sono piccolo… diciamo che in generale soffro quando sento che devo fare una cosa e agenti esterni, indipendentemente dal mio volere, me lo impediscono.
Hai mai parlato con una persona che si chiama Tommaso?
Mi è successo. Che uomo di mondo. Però di rado, nonostante un mio caro amico si chiami Tommaso, lo chiamano tutti Julio (per la sua somiglianza all’ex calciatore Julio Cruz) e quindi non posso dire che parlo spesso a un Tommaso. Però, per fortuna, in Italia ce ne sono tanti e questa beatitudine capita spesso. Del resto, Tommaso (quello fissato col mettere le dita nelle fessure) ci istruisce al sano scetticismo.
Sei mai stato arrestato?
Quasi, però no.
Hai mai fatto finta di piangere?
Diavolo no. Si può far finta di dormire e/o di godere. Ma che pizza fingere di piangere, mi fa venire da piangere pensare alle persone che fanno finta di piangere.
Meglio scimmie di montagna mangia-banane o capre al guinzaglio?
Le capre sono più affettuose, ma sceglierei tutta la vita una scimmia di montagna. Sono ciniche, schive, manesche, atletiche e sanno imitare i versi degli altri animali.
Che lavoro volevi fare da piccolo?
Quello che picchia la gente per lavoro, tipo un sicario dei pugni.
Qual è l’ultima canzone che hai cantato?
Non mi ricordo nello specifico, ma proprio ieri ne canticchiavo una. Mi pare fosse italiana, Battiato o De André. BOH
Meglio Gig Robot d’Acciaio o He-Man?
HE-MAN non lo posso sopportare. chi lo obbliga a portare i capelli di Veronica Mars?
perché non ha le doppie punte? Perché PERCHE’ i suoi capelli sono così imbarazzanti
passerò la prossima mezz’ora a riflettere sulla sofferenza che mi genera.
Nella recita di Natale a scuola che parte ti hanno assegnato?
Io non so se ho mai fatto una recita di Natale, sarei stato sicuramente una delle renne scalpitanti, anche se avrei rallentato la slitta andando in direzioni sbagliate. A scuola facevo teatro, quindi mi hanno dato il ruolo fondamentale di una consonante (era proprio il nome del personaggio, ce n’erano circa sette, tutti abbastanza inutili) nello spettacolo di Pinocchio. Anni d’oro.