Chiamata alle arti
AVVISO
Questo post non parla minimamente del festival ma più che altro degli affaracci nostri e di quanto ci divertiamo in trasferta.
Quando Andrea Granato mi ha chiamata tempo fa dicendomi che voleva invitarmi ad un festival a Bra ne sono stata entusiasta.
Poi mi ha detto che insieme a me avrebbe invitato Poroli, dunque ho pensato che volevo morire.
La voglia di morire è la sensazione che più spesso mi accompagna quando mi dicono che dovrò stare nei paraggi, e ancor peggio fare qualcosa con quelli del team Illustri, perché per me sono talmente bravi, ma talmente bravi che nutro in segreto la speranza che prima o poi mi spunti la barba o mi sorga la necessità di portare occhiali spessi (caratteristiche indispensabili ad ognuno dei membri, tolto Shout, ma lui è a modo suo si sa).
Trascorrono i mesi e la faccenda passa in sordina, col tempo cresce la mia convinzione che Poroli una volta resosi conto che a un festival ci vado io sicuramente avrà boicottato la faccenda, dunque non mi preoccupo minimamente e dico ma si ci vado da sola oh stai a vede che ha da succedere!
Quando ci siamo risentiti con l’organizzazione invece mi hanno detto che Poroli aveva accettato e quindi si è ripresentata la voglia di morire di cui sopra, a questo punto il pensiero di andare da sola mi era insopportabile ed ho chiesto alle Vanvere disponibili se andava loro di venire.
Loro, come sempre animate da spirito crocerossino misto alla speranza di deridermi in presenza di qualche disegnatore che mi piace, hanno accettato con entusiasmo.
Il viaggio, per motivi logistici, l’ho però fatto con quelli di Mammaiuto.
Sapete chi sono quelli di Mammaiuto?
Io ne avevo conosciuti due di mammaiuti nel tempo e mi erano sembrati stranetti ma nella norma, questi tre invece mi hanno sorpreso.
La signorina del gruppo di rappresentanza era NuKe con la quale abbiamo disquisito per una buona mezz’ora sull’allevamento dei ratti, argomento sul quale ero del tutto impreparata al contrario di lei.
Guarnaccia, che io pensavo avesse sessant’anni (perchè quelli bravi il mio cervello se li figura sempre come degli anziani, altrimenti non si spiega la loro maestria) ne ha VENTUNO.
Palloni ne ha ventotto (sì, è giovane ma superati i venticinque accetto la bravura altrui con più serenità).
Costui forma con Guarnaccia la coppia di baldanzosi giovini nota ai più non tanto per la loro maniera eccellente nel disegnare quanto per la creazione del GRAPPEROL.
Il cocktail è nato al Treviso Comic Book Festival e non sto neanche a spiegarvi come e perché, riassumerò il tutto con questa locandina che vale più di mille parole.
Arrivati a Torino incrociamo Martoz.
Sarò sincera: io non sapevo chi fosse fino a quattro giorni prima, poi è venuto fuori che eravamo seduti vicini al Ratatà, ma in quel caso gli uomini nudi che corrono avevano rapito tutta la mia attenzione e non l’avevo notato.
Insomma Martoz ha VENTICINQUE anni, è bravissimo e dunque merita tutto il mio odio come Guarnaccia.
Ma soprattutto Martoz mi ha dato il cinque dopo tre minuti che ci conoscevamo.
Ora, a me il cinque non me lo dava più nessuno dal ’93, dunque questa richiesta mi ha colta del tutto impreparata. Il dubbio amletico era quale di queste due scuole di pensiero seguire:
-il cinque semplice che si batte la mano e poi si torna in dietro
-il cinque che si batte la mano e ci si tiene stretta modello Willy il principe di Bel Air e il suo amico Jazz.
Presa dal panico ho cercato di fare un mix delle due cose e mi è venuta una merda, nella mia testa sono rimasta tipo così
Se solo avessi saputo mi sarei potuta esercitare con le pratiche mosse descritte qui in questo manuale.
Dopo un’altra serie di aneddoti, con i quali non vi tedierò, andiamo al luogo dell’ intervista, il mio livello di panico dato che stavo alla mia prima intervista era enorme, alleviato solamente da due cose:
il panico di Andrea, il nostro mitico intervistatore che era superiore al mio dato che pure lui era alla prima intervista,
e da Martoz.
In breve.
Martoz ha un amico.
L’amico si chiama Manfredi.
Martoz e Manfredi fanno delle avventure.
Martoz ha il compito di procacciarsi oggetti buffi per allietare avventure.
Conseguenza:Martoz ha sempre oggetti buffi in tasca.
Martoz s’è presentato con un flautino, un oggettino di plastica verde di incredibile pregio, e lo suona divinamente eh!
Ideale per creare empatia tra i presenti e riempire buchi se ti fanno una domanda alla quale non sai rispondere durante l’intervista.
Il finale di serata è stato invece all’insegna, oltre che della birra, della circonvenzione del povero Poroli da parte delle Vanvere.
Dopo ore di rincoglionimento da accenti toscani, misto a chiacchere di femmine (lo ammetto abbiamo tirato fuori anche la faccenda della hoahola horta horta pur di arruffianarcelo), alla fine, da quanto ci vedevano uniti ci hanno pure chiesto se eravamo una band.
Noi abbiamo deciso di si, per l’esattezza un gruppo mariachi.
Non chiedetemi perché lì per lì ci sembrava adatto suonare in un gruppo mariachi con Poroli ma questo è quanto, e questi sono i LOS POROLOS!
Lucidate le trombette e accordate le chitarrine!
Abbiamo anche fantasticato su che altro tipo di band avremmo potuto essere…
Ma siccome quando lasci che le Vanvere prendano confidenza con te non puoi più tornare indietro, alla fine della fiera abbiamo pure fatto una meravigliosa danza con il povero Francesco (Poroli).
E non una danza a caso.
Lo Spinocchio.
Allora io quando sono stanca faccio un verso con le gambe che le piego e le tiro su come un burattino di legno, mossa per la quale giustamente la gente mi deride.
Ora, data l’euforia della serata e la voglia di Poroli, non ho ancora capito perchè, di assecondarci, abbiamo prodotto un balletto bellissimo canticchiando Canzone intelligente.
Da oggi anche voi potete imparare la Spinocchio dance grazie a queste fantastiche istruzioni!
Poroli ci ha promesso un flash mob al festival Illustri a Vicenza, noi naturalmente ci contiamo.
Abbiamo anche fatto la GIIIIFFFFFFF (ci s’è messo una mattinata io e Giulia ma bada lì che roba)
Mi raccomando ballatela a ritmo di questa
Insomma in conclusione, Francesco Poroli si è beccato il titolo (già ricevuto nel corso del tempo da altri) di Vanvera ad honorem, noi siamo andate a letto alle tre, abbandonando Martoz alla combriccola Mammaiuto che da quanto avevano ballato Guarnaccia parevano l’avessero tuffato in una vasca.
In mezzo ci sono stati un sacco di concerti belli, video proiezioni di foto, mostre e mercatini che noi non abbiamo visto perché eravamo occupati a bere a un tavolo e a raccontarci aneddoti di vita come degli anziani al bar.
In tutto ciò la nostra amata Lisi era a Macerino e come suo solito ci teneva compagnia con la sua presenza spirituale tramite whatsapp… Ci manchi Lisi, prima o poi ti porteremo via da quella rupe!
Quindi davvero non ci resta che ringraziare con tutto il cuore gli organizzatori (GIOVANISSSSSIMI, SGRUNT) del festival che ci hanno fatto sentire più che a casa e ci hanno regalato una giornata fantastica.
Grazie a Poroli e Martoz per la pazienza, ci vediamo a Vicenza con entrambi… e questa è una minaccia.
Con i bellocci di Mammaiuto ci vediamo domani sabato 31 Ottobre al loro stand, per farci dedicare una coppa del loro Antologico, un lavoro meraviglioso a millemila mani che se lo facevamo noi alla sesta pagina ci sgozzavamo l’un l’altra, ma soprattutto per il party più atteso della festa delle streghe!
Daje di Grapperol